PALAZZO RUSCHI

Il Palazzo Ruschi è posto nelle immediate vicinanze della chiesa di San Francesco, noto per il suggestivo giardino e per la limonaia in stile neoclassico eretta nella prima metà dell'Ottocento.
È rimasto di proprietà della famiglia Ruschi fino ai primi anni del secolo scorso.
Il complesso di Palazzo Ruschi è situato nel quartiere di San Francesco, una parte del centro storico della città collocato a Nord-Est del fiume Arno ed urbanizzato in epoca medioevale, periodo al quale risalgono importanti testimonianze architettoniche circostanti. L'area del palazzo, formatosi dalla fusione di più dimore, costituisce l'isolato tra piazza San Francesco, via San Francesco e il vicolo Ruschi. Il palazzo attualmente ha un'estensione complessiva che supera i 1300 metri quadrati articolati su due piani e la sua fisionomia architettonica risale al Cinquecento, con ulteriori ampliamenti nel corso dei tre secoli successivi.
Le prime tracce documentate risalgono al XVII secolo, periodo in cui fu eretto dagli architetti Pisani Ranieri Gabrielli e Iacopo Donati, che disegnano la facciata e la cappella privata. L'ingresso con la suggestiva scala è opera dell'architetto pisano Ignazio Pellegrini. Camillo Ruschi, protettore di Giovanni Tempestini, affidò all'artista la decorazione e l'allestimento dei vari spazi interni al palazzo: a lui si devono i vari sfondi architettonici, la decorazione del pianerottolo e soprattutto la stanza delle allegorie, entrambi situati al primo piano (cioè il piano nobile) del palazzo1. L'opera più grande di fusione di corpi di fabbrica è stata effettuata nel 1792, anno in cui a famiglia Ruschi acquista un'ulteriore porzione di spazio verde e la casa e il giardino di via S.Elisabetta.
Se non sono disponibili documenti dettagliati in merito al palazzo, il giardino e la limonaia rappresentano il vero punto di forza della struttura. Sviluppatosi infatti da un primo embrione alla fine del XVIII secolo, il giardino non rimase immutato ma fu sottoposto a numerosi passaggi di ampliamento e riqualificazione che si sono prolungati fino ai nostri giorni. La possibilità offerta nel 1627 dall'Ufficio dei Fiumi e Fossi di allacciarsi a pagamento all'acquedotto granducale favorì nella zona il sorgere di giardini privati. Un disegno del 1777 mostra l'abitazione del cav. Francesco Ruschi oramai completata a cui è associato, a lato dell'ingresso, un giardino formale, governato dalle leggi della simmetria. La famiglia Ruschi continua l'espansione della proprietà, acquistando dapprima un'ulteriore porzione di spazio verde e, nel 1792, la casa e il giardino di via S.Elisabetta.
Da atto notarile si trova che “il 28 giugno 1823 Francesco Ruschi acquista da Giuseppe Antonio Puntoni alcuni piccoli edifici e le loro pertinenze posti al confine nord del palazzo”2. Questa area, successivamente ampliata tra il 1828 e il 1835, fu edificata la limonaia propriamente detta, la quale costituisce ancora oggi la più vasta limonaia della città. Scenograficamente rivolta a sud verso il palazzo signorile, con una pianta di 28m x 17m pari a una superficie di 476 mq, ha un'estensione decisamente inusuale in quanto paragonabile a quella del palazzo di cui è dipendenza.
Durante tutto l'Ottocento la struttura è utilizzata per il ricovero di limoni e di altre piante che temono il freddo ma, date le dimensioni, è utilizzata anche per altre attività connesse alla coltivazione, in particolare per l'estrazione di essenze dalle camelie e dalle arance amare, di cui due piante sono ancora presenti contro il muro di confine occidentale. Come spesso accade, il giardino e la limonaia vanno in contro ad un periodo di forte deterioramento a seguito delle condizioni economiche non più agiate della famiglia Ruschi.
È del 1931 l'atto di "risanamento igienico e sociale" del Piano regolatore della Città e della Marina di Pisa3, con lo scopo di evitare il progressivo snaturamento (in particolare la riconversione il luoghi di deposito o di garage) dei luoghi nascosti nel tessuto urbano, che diede il via ad un'opera di ammodernamento e sanificazione del giardino, della limonaia e del palazzo. Il processo di valorizzazione, complice anche la Seconda Guerra Mondiale, durò molto poco e l'abitazione fu lasciata in completo stato di abbandono per quasi mezzo secolo.
Nella prima metà degli anni '80 il complesso è acquistato, con una parte del giardino, per essere adibito a ristorante ma al trascorrere di pochissimi anni viene nuovamente acquistato dalla società americana Hewlett-Packard per destinarlo a sede del proprio centro scientifico. In questa fase ha inizio una serie di lavori di importante ammodernamento, sia della Limonaia, sia del giardino. Dopo pochi anni tuttavia, per mutate esigenze societarie, anche la Hewlett-Packard lasciò l'immobile che venne infine acquistato dalla Provincia di Pisa per destinarlo a spazio per mostre, convegni e altre attività culturali.
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1Società storica pisana, Deputazione di storia patria per la toscana, Florence. Sezione di Pisa, Bollettino storico pisano, Vol. 72, Pacini, 2003, pag. 260
2Adriano Angelini, Italian history & culture, Vol. I, pag. 127, Cadmo, 1995
3Arturo Cucciolla, Vecchie città/città nuove: Concezio Petrucci, 1926-1946, Edizioni Dedalo, 2006, p. 47-51