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PALAZZO MOSCA

Contiguo al palazzo Gambacorti troviamo il palazzo dell’antica famiglia del Mosca. Il palazzo ha una massiccia facciata secentesca ornata di pietra “serena”. Ai primi del secolo vennero rinvenuti al disotto dell’intonaco gli archi medievali della precedente facciata, e furono lasciati scoperti. Il palazzo Mosca, oggi riunito con il palazzo Gambacorti (palazzo Comunale), appartenne alla famiglia del Mosca, originaria di S. Gimignano. La famiglia del Mosca era residente a Pisa sin dal XI secolo, quando Ansilago Mosca fu uno dei fondatori della Pia Casa della Misericordia.  La residenza fu acquistata dai fratelli Onofrio e Jacopo dal marchese Bernabò Malaspina, i quali diedero al palazzo l’aspetto attuale, unendovi i resti di costruzioni dei secoli XIII e XIV[1]. Un recente studio ha riportato alla luce un documento del 1302 stipulato tra il mercante Mosca da S. Gimignano ed il capomastro Gherardo per la costruzione dell’immobile[2]. Questo contratto dimostra come nel luogo dove oggi sorge il palazzo, il ricco mercante Mosca da San Gimignano fece costruire la sua domus sontuosa, accorpando e ristrutturando alcuni caseggiati più antichi che aveva acquistato. Osservando la facciata è possibile notare che, ancora oggi sono ben distinguibili i profili dei pilastri e degli archi in pietra che sono l’ossatura dell’edificio. I loro discendenti continuarono a vivere in questo luogo anche nel Quattrocento, come si può constatare dal Catasto del 1428, che registra tra i residenti della cappella di Santa Cristina un certo Nofri (Onofrio) di Iacopo del Mosca. All’inizio del XVI secolo il proprietario di almeno una parte del complesso fu Giovanni del Mosca; nel 1543 Giovanni lasciò l’immobile ad un suo parente pisano, il canonico Onofrio del Mosca. Nei decenni successivi (tra il 1566 e il 1590) Giuliano, figlio di Onofrio, comprò le abitazioni contigue, possedute dal marchese Bernabò Malaspina, riunendo, così, l’antico patrimonio di famiglia e dando inizio al processo di fusione dei vari corpi di fabbrica[3]. Nei primissimi anni dell’Ottocento il palazzo era ancora di proprietà del Cavalier Cammillo del Mosca, ma, ben presto, la sua vedova, Anna del Torto dovette alienarlo a causa dei notevoli debiti, contratti dal defunto marito. Dalla fine dell’Ottocento ad oggi il palazzo è sede delle Poste pisane e degli uffici comunali.

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[1] A. Panajia, I palazzi di Pisa, p. 255. 

[2] A. Panajia, op. cit., p. 256. 

[3] M. Berretta, L’area dei lungarni di Pisa nel tardo Medioevo (XIV – XV secolo). Un tentativo di ricostruzione in 3D, tesi di Dottorato, 2012, p. 183. 

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Scuola di Architettura

Corso di Laurea Magistrale in Pianificazione e Progettazione della Città e del Territorio

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