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L'ARTE DELL'ABITARE

Palazzo Toscanelli
Lungarno Mediceo, 18
Palazzo Roncioni
Lungarno Mediceo, 16
Palazzo Lanfranchi
Lungarno Galilei, 9
Palazzo Gambacorti
Lungarno Gambacorti, 1
Palazzo Giuli
Lungarno Gambacorti, 9

Il compito che hanno le arti visive nel delineare la storia dell’abitare di una città è quello di legare i contributi delle singole discipline in un quadro coerente di significati e di valori estetici.

Il nucleo dal quale partire per adempiere a tale compito è la nozione stessa di “arte”.

Nel Medioevo le arti erano sorte per necessità e col tempo avevano fatto spazio al diletto: servivano per ripararsi dal freddo e dal caldo, nutrirsi, rendere culto a Dio e divertirsi. Una casa in cui proteggersi, un abito con cui coprirsi, una scodella per servire cibo e bevande sono capolavori dell’arte profana medievale: il castello, l’abbigliamento, le coppe.

Ma non è facile scindere ciò che è propriamente artistico sullo sfondo di ciò che è meramente pratico, dall’architettura civile alle arti della persona agli oggetti presenti nelle dimore.

In generale possiamo dire che, nel caso dell’architettura civile pisana, si parla di arte facendo riferimento sia alle pareti variamente dipinte degli interni che ai coloratissimi intonaci e al decoro tri- e bidimensionale degli esterni.

Per quanto riguarda le arti della persona, un vestito, nel Medioevo come oggi, raramente risponde ad una mera necessità: esso è una sorta di casa mobile e il tessuto, il taglio, la cucitura, il ricamo e gli accessori che lo accompagnano forniscono input a quella volontà di distinguersi per bellezza e originalità che comunemente riconosciamo come artistica. E dietro alla lotta per uno strascico un po’ più lungo o per un filo di perle un po’ più pesante, si delinea un’intera società, con le sue gerarchie di censo e di potere.

Non meno importante, infine, la vasta gamma di oggetti che esprimono pienamente se stessi solo quando entrano in azione col corpo di chi li usa[1]. Dietro agli arredi domestici si profila una dimensione storicamente rilevante dell’arte di vivere a Pisa, dimensione per cui il profumo di un mondo aperto allo scambio e al commercio penetra con forza fin nelle dimore private e quindi nella vita di tutti i giorni.  Nella Pisa dei secoli d’oro, infatti, l’Oriente era di casa e si partecipava a tutti i livelli sociali al gioco del prendere e del dare che si svolgeva lungo le tante rotte del Mediterraneo.

 

Sulla base delle informazioni che siamo riusciti a reperire e cercando di sintetizzare in maniera critica tutto il materiale consultato ci soffermeremo ora su due dei tre ambiti artistici sopracitati, l’architettura civile e gli oggetti, che meglio ci sembrano offrire un quadro globale dell’arte dell’abitare i palazzi urbani nel corso della storia.

 

[1] Collareta, 2003, pp. 303-328.

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Scuola di Architettura

Corso di Laurea Magistrale in Pianificazione e Progettazione della Città e del Territorio

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