PALAZZO AGOSTINI

Situato sul Lungarno Pacinotti, Palazzo Agostini,conosciuto anche con il nome di "Palazzo Rosso" o "Palazzo dell' Ussero", rappresenta una delle poche realizzazioni private quattrocentesche nella città, e un esempio di architettura tardo-gotica italiana[1].
Fu costruito ex novo, dalla famiglia degli Astai, accorpando tre singole case torri.
Molti studiosi in materia sono propensi ad attribuire il progetto del palazzo ai seguaci di Giovanni Pisano, quali Giovanni di Balduccio o Lupo di Francesco, attivi nella città per i lavori nel Camposanto Monumentale, nel Convento di santa Caterina e nella Chiesa di S. Maria della Spina, grazie a forti analogie fra le sculture degli stessi autori e modellati plastici di argilla cotta presenti nelle riquadrature del palazzo stesso[2].L'appellativo di Palazzo Rosso è dovuto al particolare carattere della facciata completamente in laterizio.
Prima di essere dimora della famiglia Agostini, documenti storici rivelano che il palazzo ha avuto diversi proprietari. Una pergamena del 1465 mostra che l'immobile, in origine degli Astai, nella seconda metà del XV secolo era di proprietà dei Primi, cittadini fiorentini. Questo atto documenta il trasferimento del Palazzo Astai da parte di Antonio Primi ad Antonio e Piero, fratelli e figli di Chelino di Piero da Capannoli[3], orefici e cittadini pisani.[4]
La famiglia Agostini, ancora oggi proprietaria dell'immobile, pervenne all'acquisto nel 1496.Gli Agostini vantano un'antica tradizione mercantile e la loro provenienza, secondo il genealogista Malfatti, non è toscana bensì Veneta. Egli ritiene lecito affermare che in origine gli Agostini facevano parte di una casata lombarda, trasferitasi poi in Veneto intorno al 1000, precisamente a Murano, da dove un ramo di essa sia emigrato poi a Pisa.[5]
Inoltre dagli studi di un altro storico-genealogista Vincenzo Maria Coronelli (1650-1718), risulta che gli Agostini al loro stanziarsi a Pisa, entrarono a far parte del vasto clan dei Bacciamei, la cui attività principale era quella dell'oreficeria.[6] Gli Agostini furono però molto attivi nel commercio della seta, da qui il nome che ancora oggi porta la casata Agostini Venerosi della Seta.
Alla data del 1496 corrisponde risale anche la prima notizia documentaria sul giardino pensile, definito nell'atto notarile come "giardino d'aranci. Di questo spazio verde non sono pervenute planimetrie e raffigurazioni, ma il lavoro di Margherita Zalum Cardon, aiuta a renderne un ideale ricostruzione del giardino all'epoca.[7]
Il periodo di maggior splendore e notorietà del palazzo è circoscritto nel settecento ma soprattutto nel secolo successivo, ed è legato a due iniziative che gli illuminati proprietari sostennero e patrocinarono nel corso degli anni:l'apertura al piano terra del Caffè dell'Ussero e la fondazione al piano nobile delle Stanze Civiche, punto di aggregazione della nascente borghesia e di quella illuminata nobiltà cittadina che, compreso il nuovo corso della storia, aveva snobbato l'aristocratico e elitario Casino dei Nobili.[8]
Il Caffè dell'Ussero, punto di ritrovo della buona società cittadina e degli studenti universitari, venne fondato nel 1775, e si pensa che il suo nome sia dovuto al fatto che nel 1750, i locali ospitarono gli Usseri, venuti a Pisa al seguito del granduca Francesco I di Lorena e della moglie Maria Teresa d'Austria.
Questo locale ospitò negli anni illustri personaggi, sia italiani che stranieri, tra i quali Shelley, Lord Byron, Alfieri, Mazzini, Carducci, Gentile, Marinetti e molti altri.[9]
Dai primi anni del novecento, nei locali del pianoterra, fu attivo anche uno dei primi cinema pisani, il Lumière.
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[1] A.Panajia, Palazzo Agostini, p.42, in I palazzi di Pisa nel manoscritto di Girolamo Camici Roncioni (2004), ETS,
[2] F. Redi, I palazzi pisani nel medioevo, una lettura archeologica e tipologica delle strutture superstiti, pp 38 in Le dimore di Pisa, l'arte di abitare i palazzi di un'antica Repubblica Marinara dal Medioevo all'Unità d'Italia, Emilia Daniele (a cura di), Alinea Editrice, 2010
[3] Località della Valdera
[4] -5-6 A.Panajia, Palazzo Agostini, p.43, in I palazzi di Pisa nel manoscritto di Girolamo Camici Roncioni (2004), ETS
[7] M. Zalum Cardon, Giardini italiani del rinascimento tra novità e tradizione:il caso esemplare di palazzo Agostini, pp.167-172 in Le dimore di Pisa, l'arte di abitare i palazzi di un'antica Repubblica Marinara dal Medioevo all'Unità d'Italia, Emilia Daniele (a cura di), Alinea Editrice, 2010
[8] A.Panajia, Palazzo Agostini, p.44in I palazzi di Pisa nel manoscritto di Girolamo Camici Roncioni (2004), ETS
[9] Cfr. Sito internet La Kinzia Palazzo Agostini disponibile al link
http://www.lakinzica.it/palazzo-dellussero-o-palazzo-degli-astai